La ricerca ha recentemente portato alla luce l’esistenza di una correlazione tra insufficienza venosa cronica cerebrospinale (CCSVI) e sclerosi multipla: le stasi dei piccoli vasi venosi cerebrali e toracici potrebbero essere la causa iniziale delle placche sclerotiche, tipiche della sclerosi multipla.

Foto accanto: Grande pittura murale di Sol Lewitt all’ingresso del Padiglione di Emodialisi dell’Ospedale di Pistoia, rappresentante il flusso sanguigno (parte).

A confermare la teoria concorre la presenza, anomala, di depositi di ferro intorno alle vene cerebrali e a livello encefalico e spinale.
La CCSVI è stata individuata la prima volta attraverso un esame con EcoColorDoppler transcranico ed extracranico.

ccsvi-sintomiI risultati del team di ricercatori guidato dal prof. Paolo Zamboni dell’Università di Ferrara, e del prof. Fabrizio Salvi del Centro Il BeNe di Bologna, confermano come l’EcoColorDoppler sia uno strumento di diagnosi potente, non invasivo e sempre riproducibile. E’ altamente specifico nello scoprire il tipo di distribuzione delle stenosi delle vene extracraniche e di quelle extravertebrali, con una sensibilità trascurabile.

Secondo i ricercatori, la CCSVI ha una elevata sensibilità e specificità tale da differenziare gli individui sani da quelli affetti da sclerosi multipla. In merito al trattamento della CCSVI – denominato PTA, vedi sotto – in pazienti affetti da sclerosi multipla, i dati pubblicati mostrano un miglioramento della circolazione venosa cerebrale e una riduzione del numero di ricadute e di lesioni attive, nonché un miglioramento della qualità della vita dei pazienti. In soggetti affetti da malattia progressiva questo andamento si blocca o rallenta.

Secondo quanto pubblicato, questa esperienza protratta nell’osservazione per 2 anni è da considerare con attenzione come un trattamento efficace contro la sclerosi multipla da aggiungere ai trattamenti esistenti.

La PTA

ccsvi-infographic_trattamentoLa sindrome quando causa stenosi può essere trattata attraverso un palloncino angioplastico. L’intervento – denominato PTA cioè “Angioplastica percutanea transluminale” – consiste sostanzialmente nel praticare una puntura endovenosa attraverso la quale viene fatto navigare un catetere guidato da un radiologo. Quando si raggiungono le vene bloccate queste vengono dilatate gonfiando un palloncino posto sul catetere. L’intervento si svolge nel territorio delle vene anziché in quello delle arterie come normalmente avviene. Il palloncino non permane al termine dell’intervento.

Il disegno mostra in modo molto semplice quali sono le vene trattate (giugulari destra e sinistra e azygos) e come avviene il trattamento.

APPROFONDIMENTI

Video: Consigliamo la visione di questo video che contiene spiegazioni molto semplici e accessibili a tutti riguardanti la circolazione del sangue e i problemi connessi causati dalla CCSVI.

27/01/2012, I venerdì dell’universo Prof.  Paolo Zamboni : Il motore delle veneInterventi del pubblico 

Riferimenti scientifici: La ricerca nella CCSVI, La ricerca nella PTA

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